lunedì 10 giugno 2013

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Pasticcio su internet: venduti da Groupon buoni pasto per un locale che non c’è. «Tranquilli, i clienti saranno rimborsati»

Prenotazioni in un ristorante cittadino, della catena Rossopomodoro. Un’offerta davvero allettante: «Pranzo o cena per due persone con prosecco, antipasto tipico napoletano, pizze illimitate a scelta, dolce e bibita a 19 euro invece di 57». L’annuncio, comparso sul sito di shopping on line Groupon, ha raccolto circa 1500 adesioni in due giorni. “Piccolo” particolare: il ristorante non esiste.

«Io ho comprato sette buoni per due persone. Ho speso 133 euro. E adesso?» si chiede una donna, furiosa. Altre volte aveva prenotato, sullo stesso sito, ristoranti modenesi, rimanendo soddisfatta: buona cucina a buon prezzo. Ma stavolta sente puzza di bruciato. Perché in via Vignolese 1487, dalle parti di San Donnino, l’indirizzo pubblicizzato sul sito internet, non c’è un locale Rossopomodoro. C’era un ristorante, una volta, ma è chiuso. Ed è improbabile che domani spunti dal nulla Rossopomodoro e serva alla modenese quattordici coperti. Anzi. La catena di ristorazione fa sapere, da Napoli, di non avere alcuna apertura in vista a Modena e di aver «già incaricato l’avvocato».

Insomma, tutto porta a pensare che la modenese – e come lei altri 1499 iscritti a Groupon – sia stata vittima di un clamoroso errore. Che in due giorni ha portato nelle casse di Groupon oltre 25mila euro, pagati con carte di credito.

«Ho contattato Rossopomodoro e mi hanno risposto di non saperne nulla. Ho telefonato anche a Groupon e lì, invece, mi hanno dato risposte evasive e non convincenti. In sostenza, mi hanno detto di aspettare…» protesta la modenese.

Nel frattempo, sul sito la pubblicità del ristorante Rossopomodoro di via Vignolese 1487 c’è ancora. Non è più possibile acquistare i buoni pasto a 19 euro, in quanto l’offerta è scaduta. Ma lasciando il proprio indirizzo email si può essere avvertiti per la prossima promozione.

«Vogliamo tranquillizzare tutti i nostri clienti: saranno rimborsati – spiegano dal call center di Groupon – In effetti, abbiamo già ricevuto segnalazioni in proposito e stiamo facendo le verifiche. Una volta appurato che il ristorante non esiste, procederemo a riconsegnare le cifre incassate. Ovviamente, la nostra prima preoccupazione è tutelare i consumatori ed è per questo che invitiamo tutti a segnalare i disguidi».

Ma cosa è successo? «Non lo sappiamo – rispondono da Groupon – stiamo ancora facendo gli accertamenti del caso. Ma è evidente che anche noi siamo vittime in questa vicenda. Viene danneggiato il nostro nome, da sempre associato a convenienza e tutela dei consumatori».

In effetti sembra un gran pasticcio e non si capisce bene chi alla fine ci guadagni: non Groupon, che fa una figuraccia; non il ristoratore inesistente, visto che il denaro è ancora sul conto corrente Groupon; non la catena Rossopomodoro, che si sente messa in mezzo in una vicenda poco edificante; di sicuro, non i clienti che hanno pagato.

Alla prima domanda, la risposta di Groupon è stata chiara. Che ne sarà dei 1500 coupon venduti a 19 euro? «Verranno tutti rimborsati».

Alla seconda, la risposta è stata un po’ vaga. Quando arriveranno i rimborsi? Appena terminate le verifiche «e nel frattempo tutti gli acquirenti possono fare richiesta di rimborso».

Alla terza domanda, non c’è risposta. Com’è possibile che venga venduto su Groupon un prodotto inesistente? Nessuno fa verifiche sulle proposte messe in rete?

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