Un nuovo testimone, l’ultimo del caso di Roberta Ragusa: una persona che non ha mai visto la televisione, poi una rissa, gli arresti domiciliari e la visione della tv e del caso di quella donna scomparsa. Si tratta di un tunisino che dopo un anno e per un caso fortuito ha ricollegato quello che vide la notte tra il 13 e il 14 gennaio 2012: lo ha raccontato agli investigatori che hanno raccolto la sua deposizione e che ora stanno accertando il racconto dei fatti. Il testimone ha accettato di farsi intervistare. Quella notte stava rientrando da una discoteca con un amico: decidono di passare da una pineta quando vedono un fuoco e due uomini che armeggiano con un lungo involucro, forse un sacco nero. Non sanno cosa stia trasportando queste due persone, forse un materasso, non sanno cosa, ma l’immagine è impressa nella memoria. Un uomo alto, magro, “con una faccia allungata”: così lo descrive l’uomo. Quella notte il testimone era con un amico a Torre del Lago a circa 20 km da Gello: è un parco con accesso pedonale ma ci sono dei varchi che per chi li conosce permettono di entrare con un’auto. La pineta inoltre termina nel lago di Massaciuccoli dove più volte gli investigatori hanno cercato il corpo della donna. Nel frattempo sono iniziati gli interrogatori: la prima è stata la madre di Antonio Logli che ha ribadito la sua versione dei fatti. Sono stati sentiti anche tre uomini alla ricerca della persona che accompagnò il marito di Roberta a casa di Loris Gozi la mattina dopo la scomparsa, fatto confermato dal testimone e dalla suocera. In particolare è stato sentito un collaboratore dell’autoscuola per capire se fosse lui l’uomo visto da Loris Gozi. I carabinieri sono poi stati in via Gigli, nella strada in cui il testimone ha visto la coppia litigare in auto, cercando tracce ematiche sull’asfalto e sulle auto di Roberta e del marito, oltre a nuove analisi in casa Logli.
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