Continuano le indagini sul caso di Roberta Ragusa. I carabinieri del Ris hanno effettuato dei sopralluoghi nella casa in cui la donna viveva insieme ad Antonio Logli. Hanno controllato anche il giardino. Proprio qui è stato montato un tendone scuro, sotto il quale hanno lavorato gli esperti delle investigazioni scientifiche, che hanno preso in considerazione l’automobile di Roberta Ragusa. Nello specifico, hanno analizzato qualcosa in particolare all’interno dell’abitacolo.
Proprio quest’auto è quella che avrebbe visto il supertestimone Loris Gozi, la notte della scomparsa della donna. In Procura è stata sentita la signora Carla, suocera di Roberta. E’ stato ascoltato anche un dipendente della scuola guida di famiglia, che ha confermato la versione del testimone, secondo cui Logli si sarebbe trattenuto fuori casa oltre l’orario in cui, secondo la sua versione, sarebbe andato a dormire.
Di recente il tribunale di Pisa ha deciso di nominare un curatore a tutela della scomparsa e dei figli della donna. Il tutto è stato predisposto su richiesta del marito Antonio Logli. L’incarico è stato assegnato all’avvocato Stefano Borsacchi. Come ha spiegato Salvatore Laganà, presidente del tribunale, questa nomina rientrerebbe nella procedura prevista dalla legge. Si tratta di puntare su una figura terza, che possa rappresentare gli interessi della persona scomparsa e dei suoi eredi minorenni. In base alle norme, Logli aveva pieno diritto a richiedere tutto ciò.
D’altronde non dobbiamo dimenticare che Roberta, oltre ad essere socia dell’autoscuola di famiglia, possedeva anche dei beni immobiliari. Secondo l’avvocato di Logli, Roberto Cavani, l’imputato avrebbe agito in questo modo per tutelare la moglie, seguendo un consiglio del legale.
Il supertestimone ha mostrato il volto nel corso di un’intervista a Chi l’ha visto? e non solo: ha confessato di aver paura, di sentirsi minacciato e da qualcuno che frequenta l’autoscuola di Antonio Logli. Ha deciso di farsi vedere dalle telecamere del programma dopo che l’avvocato di Logli lo ha contattato: voleva parlare con lui, ma ha rifiutato perché temeva delle ripercussioni, soprattutto dopo che gli è stato detto che, in caso di rifiuto, sarebbe stato portato in tribunale. Non è abituato ad avere a che fare con gli avvocati e teme per la sua famiglia: da quando la notizia del super testimone è stata diffusa, dice di aver visto auto passare di continuo da casa sua, persone che lo seguono, che lo filmano con il telefonino e che queste persone frequentano l’autoscuola di Logli.
Nel corso dell’intervista Loris Gozi ha portato l’inviata del programma lungo la strada dove la notte tra il 13 e il 14 dicembre vide una coppia litigare su un’auto simile alla C3, la macchina di Roberta. La via si trova nei pressi della casa dei Logli che si vede bene: di certo quella notte non era possibile vedere chi stesse litigando visto che la strada è buia, ma con i fari dell’auto, mentre passava, Loris è sicuro di aver visto Antonio Logli. “L’ha presa e voleva portarla in auto, ha fatto tre o quattro metri e l’ha ripresa. Mi sembra poi di aver visto l’uomo chiudere forte la portiera, forse dandole una botta in testa“: questo il racconto, ma non è tutto.
Il mattino dopo Antonio Logli si recò da lui con una vecchia foto di Roberta per chiedergli aiuto: la moglie era scomparsa, aveva battuto la testa e temeva avesse perso la memoria. Una cosa normale tra vicini, ma il dettaglio su cui più volte si è insistito è che Antonio Logli andò solo da lui e non dagli altri vicini.
Il testimone racconta che in quella occasione gli mostrò la foto, guardando però spesso alle sue spalle, come a controllare se da casa sua si vedesse la strada incriminata. Lo stesso Logli fu visto il giorno dopo la scomparsa recarsi nello stesso punto in cui il testimone dice di aver visto la coppia litigare, come a controllare cosa si vedesse da lì e di certo notando la casa di Gozi, da cui si può vedere quel tratto di strada. Altre persone nei giorni successivi videro Logli nello stesso punto.
Oggi Loris si sente solo e lo ha scritto anche su Twitter: si sente seguito, quasi minacciato, sempre sotto osservazione mentre lui ha voluto solo dare il suo contributo nella ricerca di Roberta, raccontando quello che vide quella notte.
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