venerdì 31 maggio 2013

Vasco: "Ho pensato al suicidio, ora sono uscito dall' inferno"


Il rocker si confessa: colpito da un batterio-killer, in coma per tre giorni. "Ho rischiato di morire, mi hanno salvato i fan. Ho intenzione di morire su un palco, io, mica in un letto d'ospedale".

La malattia è dunque superata.

"Non una malattia, ma la mia guerra contro un batterio killer che ho battuto. La chiamano "malattia del terzo millennio": l'11 settembre dello scorso anno ho avuto la terza ricaduta, ho dovuto fermarmi, è stata pesantissima ma ora tutto è superato. Sono stato di nuovo in terapia intensiva, attaccato alle flebo, ho perso conoscenza per tre giorni, poi venti giorni di cure e la riabilitazione. Questo streptococco vive normalmente sulla pelle ma quando trova una ferita o un'infiammazione entra in circolo e, se ti trova con le difese immunitarie basse, comincia a distruggere tutto sino a farti fuori, in un mese. È la stessa cosa che nell'800 ha ucciso Johnny Walker, quello del whisky: si potrebbe dire di tutto e invece, guarda un po', a me e a Johnny Walker ci unisce solo lo streptococco. Lui però è morto, io sono ancora qua: ora per fortuna ci sono gli antibiotici".

Dev'essere stata un'esperienza durissima.
"Fino a due anni fa io non ero mai stato in un ospedale, mai una malattia più lunga di tre giorni, quindi puoi capire che sorpresa che mi arrivasse un conto del genere. Sono stato particolarmente male tra ottobre e novembre, non mi muovevo più bene, iniziavo a non essere più autosufficiente, la mia famiglia mi è stata molto vicina. Un braccio mi si era bloccato, non riuscivo a mangiare con la forchetta e neanche più a masticare, era colpa delle medicine e quando le ho sospese e ho cominciato a fare la fisioterapia ho ricominciato a poco a poco a muovermi".

Si sente cambiato da questa esperienza?
"Mi sembra di cogliere un aspetto in più in tutte le cose, che per la verità in alcuni casi non mi fa neanche piacere coglierlo, ma in molti altri mi dà gioia, cose semplicissime, come incontrare i fan, sono un uomo nuovo. Perché è vero che se uno nasce tondo non può morire quadrato, ma nel mio caso è anche vero che sono nato incendiario e sto morendo pompiere".

Niente più dimissioni da rockstar, dunque.
"Negli ultimi tempi ero stanco di tutto, le dimissioni da rockstar erano figlie di questo sentimento. In realtà volevo decostruire, volevo tornare al Vasco Rossi che scrive le canzoni, abbandonare il ruolo della rockstar, che è fatto di gesti e modi di essere, di luci. Volevo tornare ad essere il cantautore che sono. Ho pensato anche al suicidio. Ma non ho visto la luce nella fede, mi ha aiutato l'affetto della mia famiglia, dei fan, mi è stato di conforto Internet".

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